La vecchia Toletta e i “social media”

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Immagine 1104“Social media? De che???”

Questa sarebbe potuta essere la risposta, disarmante e un po’ cialtrona, a un’ipotetica domanda o inchiesta sulla comunicazione della “vecchia” Toletta fino a un paio d’anni fa. Quando chi se ne occupa – di comunicazione, intendo –  è un “dinosauro” informatico, che a malapena si spinge oltre il recinto delle email (rigorosamente ricevute e archiviate sul pc dell’ufficio, senza concessioni a smartphone, blackberry e altre diavolerie), il risultato è questo.

E invece, a grande richiesta, Toletta subentra nella gestione di una fan page (spero di non scrivere eresie, eventualmente si accettano bonarie correzioni) su Facebook e, tra argute recensioni di Davide, prima, e poetiche foto di Venezia all’alba di Giovanni, poi, la “pagina” inizia a raccogliere un discreto numero di aficionados (non so perché ma ci piace chiamarli così) che, oltre a intervenire sul suddetto social media, quotidianamente si congratulano dal vivo con l’improvvisato fotografo.

Il tema interessante è quello della “potenza” di Venezia come soggetto. L’imperizia del “fotografo” è certificata in modo inoppugnabile dallo strumento (un telefonino), dall’estraneità assoluta del “fotografo” a qualsivoglia frequentazione con il mondo della fotografia, dall’attitudine a sballare qualsiasi inquadratura (memorabili le foto ricordo, ai tempi dell’analogico, con piedi e teste tagliati, sovraesposizioni e tutto il resto). Cos’è allora che rende così interessanti e apprezzate queste foto? Semplice: è Venezia. Ritratta all’alba, tra la luce unica e l’assenza di persone, Venezia “rende” al massimo.

“Scusi, e twitter, tumbler, pinterest, instagram, google+…?” Beh, andiamoci piano! Prima o poi… Magari ci aiuteranno i ragazzi di Arsenale Creativo, ma di questo parleremo la prossima volta…